A SCUOLA DI HIP HOP
Tutti gli stili differenti all’Hip Hop School IDA, adatta sia ai principianti che a chi desidera specializzarsi con alcuni dei migliori interpreti del settore
di Roberta Bezzi
Una panoramica su tutti i generi e stili differenti dell’hip hop, per fornire una formazione completa e attuale. È questo, in sintesi, la filosofia di fondo dell’Hip Hop School dell’IDA - International Dance Association che vanta un parterre di insegnanti di notevole spessore: Paolo Aloise, Daniele Baldi, Enrico De Marco, Caterina Felicioni, Kris, Ilenja Rossi, Fabrizio Siepi.
Dal prossimo ottobre riprenderanno i corsi, con sedi in tutta Italia, che si sviluppano in sei giornate a cadenza mensile, per un periodo di sei mesi. I docenti sono i rappresentanti di un particolare genere di hip hop e ognuno di loro guiderà una giornata di lezione. Il percorso formativo terminerà con il rilascio dell’Hip Hop School Certificate di primo livello per il corso istruttori “basic” e di secondo livello per il corso di perfezionamento “advanced”. Ecco l’opinione di tre insegnanti che hanno visto crescere la scuola in questi anni di attività.
Daniele Baldi«Il corso è piuttosto interessante ed è una delle esperienze che mi ha dato maggiore soddisfazione sotto il profilo strettamente formativo. Diversamente dalle lezioni che vengono proposte nei vari stage in giro per l’Italia, l’Hip Hop School rappresenta anzitutto un prezioso momento di confronto fra chi insegna e chi desidera imparare, per migliorarsi. Tra il docente e l’allievo si crea, infatti, un’unione particolare, così come fra gli stessi allievi che poi potrebbero anche decidere di costruire qualcosa insieme successivamente. Da questo punto di vista, la scuola è decisamente un successo e proprio per questo sta diventando un punto di riferimento a livello nazionale, sia per chi si avvicina all’hip hop per la prima volta, sia per chi invece vuole aggiornarsi e specializzarsi. Proprio per questo l’obiettivo più importante è quello di aumentare il numero di sedi su tutto il territorio italiano, in modo da favorire i partecipanti ed evitare loro i disagi correlati agli spostamenti. Il livello principianti è stato pensato per coloro che sono alle prime armi e, in alcuni casi, può essere opportuno anche ripeterlo più di una volta per acquisire gli strumenti e le capacità indispensabili per seguire il corso avanzato. Quest’ultimo, invece, è una sorta di master di aggiornamento e perfezionamento che può essere seguito anche per tre o quattro anni di seguito, perché ogni volta propone nuove coreografie e spunti utili per chi desidera ottenere dei buoni risultati. La scuola, in definitiva, è un mezzo per dare nuove possibilità di crescita agli insegnanti e agli appassionati che così arricchiscono il proprio bagaglio formativo».
Kris«Considero positiva l’esperienza finora svolta nell’ambito della Hip Hop School, perché è sempre entusiasmante per un insegnante sapere che c’è gente con tanta voglia di crescere.
L’inserimento di un secondo livello ha rappresentato la grande novità della stagione 2006/07 e questo ha dato buoni frutti soprattutto per chi mira al perfezionamento. La scuola è di per sé completa e in grado di offrire gli input giusti. Purtroppo, non sempre, chi si iscrive ha le idee chiare su ciò che vuole fare.
L’unica nota di critica, quindi, è nei confronti di alcuni allievi che non hanno avuto l’approccio giusto, a mio avviso. È vero che,al termine del corso, viene rilasciato l’Hip Hop School Certificate, ma diventare insegnanti non deve essere il solo obiettivo di chi si iscrive. L’obiettivo vero dovrebbe essere quello di capire cosa si sta facendo, con pazienza e umiltà. A livello personale, ci ho messo quindici anni per essere come sono, e gli allievi non possono pensare di imparare tutto in poco tempo. Certo, ho incontrato anche molti giovani consapevoli ed entusiasti
e sono quelli che hanno fatto più passi avanti. Bisogna credere nell’hip hop e nella cultura della danza per trarre il massimo profitto possibile dal corso»
Paolo Aloise«Il punto di forza dell’Hip Hop School è certamente la sua completezza, ossia l’ampia varietà di stili proposti, dal new style all’old school e sino alla break-dance. Certo, l’obiettivo non deve essere quello di pensare di diventare, in poco tempo, i massimi esponenti mondiali dell’hip hop, ma di fare progressi in modo graduale. Il corso è un ottimo punto di partenza per chi inizia, ma anche per chi ha già un buon livello e desidera perfezionarsi ulteriormente. Come spiego sempre agli allievi, lo sbaglio più grande consiste nel considerarsi arrivati perché di imparare, invece, non si finisce davvero mai. Non offriamo miracoli ma gli strumenti idonei per chi, con umiltà, vuole crescere nell’hip hop. Ogni incontro inizia con il riscaldamento, per poi proseguire con la parte tecnica e con una sequenza coreografica che è più breve rispetto a quella normalmente proposta durante una lezione. Il momento più importante, quindi, è quello dell’esercitazione vera e propria, in cui cerco di curare anche l’ascolto musicale. Si crea così un rapporto interattivo con gli allievi che, in ogni momento, possono chiedere spiegazioni senza formalizzarsi. In particolar modo, nel livello avanzato, cerco di trattare gli allievi come insegnanti, dato che questo è lo scopo della maggior parte di chi si iscrive. A volte mi interrompo per invitare uno di loro a ripetere ciò che ho fatto, per vedere come riescono a porsi, a loro volta, come insegnanti. La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato come docenti, è quella di trovarsi di fronte una classe dal livello omogeneo, proprio perché non c’è selezione iniziale, ma basta poco per capire come comportarsi».
Fonte:
www.fif.it